Paura del parto

· Come affrontare la paura del parto? E il dolore del travaglio? E che cosa succederà dopo? ·

Uno dei timori che più spesso attanagliano una futura mamma è quello relativo al dolore del travaglio, o la paura del parto in generale.
Negli anni tantissime donne mi hanno contattato per chiedermi informazioni sul mio parto, per capire com’è stato, se ho sofferto, come si è svolto…
Onestamente, io per prima durante la mia prima gravidanza avevo inizialmente un po’ gli stessi timori, ecco perché mi sono documentata e informata, ho studiato e mi sono rasserenata.

Anni e anni di lavoro sul campo mi hanno portato a confrontarmi con tantissime donne sull’argomento e, unitamente allo studio fatto, sia per motivi professionali che di semplice interesse personale, posso ora darvi una risposta abbastanza accurata.

Paura del parto o del dolore del travaglio

La paura del parto accomuna la maggior parte delle future mamme, in particolare se non hanno mai partorito prima: in fondo tutte le cose che non conosciamo destano un po’ di preoccupazioni, no? Se ci pensate bene, insomma, in realtà quello di cui abbiamo davvero paura è proprio l’ignoto. Questo non sapere, il dover affrontare una cosa nuova, che non abbiamo mai affrontato prima e di cui in fondo non sappiamo davvero tutto, ci mette ansia. Se parliamo del parto parliamo pur sempre di un argomento in parte ancora tabù, di cui si dice e non si dice, di cui si tende a (o si vuole) ricordare solo il meglio (o, al contrario, il peggio), di cui abbiamo visto scene solo nei film (dove, peraltro, la tendenza è quella a mostrare solo ed esclusivamente scene abbastanza tragiche… che possono capitare, per carità, ma non è detto che sia così) e mai dal vivo… e che pertanto viene ad essere quasi mitizzato, in un senso o nell’altro.

Altre volte, invece, si ha semplicemente paura del dolore.

Paura del parto: la mia esperienza

Parliamoci chiaro, il dolore c’è, perché nessuno dirà mai che le contrazioni sono piacevoli… per quanto non tutte le sentiamo e affrontiamo allo stesso modo: c’è chi trova più dolorose le spinte, ad esempio, e chi il prima.
Per me, ad esempio, la fase finale, quella espulsiva, è stata un passeggiata rispetto al travaglio (le contrazioni)… e questo nonostante io sia stata molto fortunata, perché ho avuto 2 travagli entrambi molto rapidi, mentre la norma purtroppo è di un travaglio che dura varie ore. Ma vi assicuro che il travaglio è stato intenso e sfiancante anche per me, perché le contrazioni ti tolgono energia e ti lasciano spossata, soprattutto le ultime. A quel punto io non vedevo l’ora di partorire, vedevo il parto come una liberazione.

Naturalmente la sensazione di dolore è molto soggettiva (considerate che la mia soglia del dolore è piuttosto alta, per esempio), ma si tratta comunque di un dolore diverso, perché non è semplicemente fine a se stesso, ma ha uno scopo, e quello scopo è conoscere il vostro bambino.
Sì, perché alla fine ci siamo, state per conoscere vostro figlio. È giusto che le emozioni siano alle stelle, tutte, anche la paura: sono sensazioni ataviche, la paura dell’ignoto, così come la paura del dolore. Ma come se ne esce? Come sempre, con conoscenza e fiducia. Quindi: informatevi e lavorate sul pensiero positivo anche grazie alla conoscenza.

Ecco. Personalmente non ricordo di aver mai avuto paura di affrontare il parto. E non perché io sia più forte o più coraggiosa di altre donne, ma semplicemente perché mi ero preparata, per quanto possibile, a quell’esperienza, fisicamente e soprattutto mentalmente.
Sapevo di avere la capacità di affrontare quel momento, di avere la stessa forza che milioni di donne hanno ogni giorno nel mettere alla luce i propri figli.
Quindi, se lo chiedete a me, io ricordo i miei parti come esperienze quasi magiche, ricchissime di emozioni intense e contrastanti. Li ritengo seriamente i 2 giorni più belli della mia vita. Sento che noi donne siamo privilegiate perché abbiamo l’onore di poter vivere questi momenti così forti e viscerali. Sono esperienze che ci insegnano quanto siamo forti e in grado di affrontare cose che gli uomini manco si sognano…
Tutta la mia preparazione ha fatto sì che io arrivassi a quel giorno particolarmente predisposta, al punto che non vedevo l’ora di vivere quell’esperienza, di affrontare quelle sensazioni così intense e potenti. Arrivata alla fase più intensa, invece di temerle io assecondavo quelle sensazioni.
Una cosa che mi ha aiutato tantissimo, in quei momenti, è stato crearmi delle immagini mentali che potessero aiutarmi. Nello specifico, immaginavo di essere un fiore che doveva aprirsi, di essere una donna che aveva la capacità di cavalcare quelle onde (contrazioni) altissime e fortissime. Invece di chiudermi per la paura, mi sono aperta e ho assecondato quelle sensazioni, e questo mi ha aiutato tantissimo.

Il mio consiglio? Evitate le persone che vi fanno racconti di parti tragici che potrebbero andare ad alimentare ulteriormente le vostre ansie. Circondatevi invece di persone positive e che vi aiutino a mantenere la serenità.

Come prepararsi al travaglio

Innanzitutto, se avete un partner in quest’avventura fantastica che è la genitorialità, permettetele di starvi accanto. Parlate insieme, apertamente, di come vorresti che si svolgessero travaglio e parto e di quello che potrebbe essere il suo ruolo. Naturalmente, lasciate aperte anche possibilità diverse: ci sono persone che non amano essere toccate e che poi invece gradiscono un massaggio durante il travaglio, e viceversa.

Una parte della preparazione al parto non starà strettamente a voi, ma al vostro corpo. Nell’ultimo periodo della gravidanza (solitamente nel terzo trimestre, ma varia da donna a donna) inizia ad essere prodotta ossitocina, la muscolatura liscia dell’utero si sensibilizza e inizia a contrarsi con più facilità, hanno luogo ogni tanto le contrazioni di Braxton Hicks, con lo scopo proprio di iniziare a preparare l’utero al parto.
Come riconoscere queste contrazioni preparatorie? Si manifestano con pancia dura e talvolta qualche doloretto lombare o al basso ventre ma, soprattutto, sono irregolari.
Nota: non è detto che se stai iniziando a sperimentare le contrazioni di Braxton Hicks voglia dire che manca poco al gran giorno (ad alcune donne iniziano addirittura mesi prima). Purtroppo nessuno può saperlo, ti toccherà pazientare ancora un po’.

Persino il bambino inizia a prepararsi: il singhiozzo, ad esempio, è un metodo con cui il feto prepara il diaframma a respirare.

Un’altra cosa importante è scegliere una struttura e/o dei professionisti sanitari che ci ispirino fiducia. Una volta trovata una soluzione che vi soddisfa, parlate con il team che vi seguirà, spiegate esplicitamente quali sono i vostri desideri e le vostre aspettative (cosa che dovrete inserire anche nel piano del parto), in modo che possano cercare di creare un ambiente il più possibile rassicurante.

Penso che prepararsi (anche) psicologicamente al parto fa sì che si possa viverlo nella maniera più positiva possibile.
Esistono diversi corsi (anche online) tenuti da ostetriche e mamme, in cui spiegano benissimo cos’è il dolore e quali ne sono le cause e come poterlo gestire al meglio (sia in maniera naturale sia farmacologicamente).

Per quanto riguarda quello che potete fare voi in prima persona, dal settimo-ottavo mese assicuratevi di avere la borsa pronta per l’ospedale, di aver consegnato il piano del parto (se ne avete uno) al personale sanitario e di avere una buona organizzazione per il gran giorno (se avete figli o animali, sapete già a chi li lascerete? Chi vi accompagnerà in clinica? Andrete in auto o chiamerete un taxi?). Se tutto sarà già pronto e stabilito, quando arriverà il momento non ci sarà bisogno di andare nel panico, perché saprete già cosa fare!

Arrivare al parto senza paura di affrontarlo e con una buona consapevolezza è fondamentale: a paura ci fa chiudere, ci fa irrigidire. Il travaglio è una situazione in cui è importante fare esattamente l’opposto: in quel momento dobbiamo aprirci e lasciarci andare a quelle sensazioni.

Cercate di parlare delle vostre paure, in modo da esorcizzarle: la paura è la vera nemica del parto!

I prodromi

Come riconoscere i prodromi?
Le contrazioni preparatorie via via diventano sempre più frequenti, per quanto ancora irregolari, finché non arrivano a essere talmente ravvicinate che si fatica a prendere sonno. Sono come crampi: al basso ventre, alla zona lombare, all’inguine… e durano dai 10 ai 20 secondi. Ecco, questi sono i prodromi, ovvero la fase preparatoria del travaglio vero e proprio, che porterà all’accorciamento della cervice e alla dilatazione fino a 4-5 cm. Le contrazioni sono ancora irregolari, ogni 3-5-10-15 minuti, un po’ a caso, alcune solo fastidiose, altre anche un po’ dolorose.
Non è ancora il caso di correre in ospedale (a meno che non ti si rompano le acque o non si abbiano perdite abbondanti tipo mestruazioni), perché questa fase potrebbe durare anche a lungo (potrebbe anche fermarsi e riprendere il giorno dopo), ma è il caso di fare le ultime verifiche (la borsa è pronta? Nell’auto c’è la benzina?… Cercate di non lasciare nulla in sospeso in modo da non avere pensieri quando andrete in clinica).
Potreste perdere il tappo mucoso (o potreste averlo già perso da qualche giorno), potreste avere qualche piccola perdita, marroncina o rosso vivo (è normale, sono piccoli capillari che si rompono per le contrazioni).

Come affrontare i prodromi? Innanzitutto cercate di riposare e rilassarvi. Il calore di solito aiuta, quindi fate un bagno caldo (o doccia), o usate semplicemente la borsa dell’acqua calda per aiutare a rilassare la muscolatura. Musica e luci soffuse possono aiutare a rilassarsi. Cercate una posizione che vi sia congeniale, magari seduta sulla palla da ginnastica (eventualmente rimbalzando dolcemente). Se ne sentite il bisogno, restate in piedi e/o camminate: alcune donne ne traggono giovamento.

Quando le contrazioni inizieranno a venire a intervalli regolari e ad avere intensità simile (non più alcune più dolorose e altre solo fastidiose) vorrà dire che si stanno avvicinando il travaglio attivo e il momento di andare in clinica.

Come gestire il dolore del travaglio

Come già detto, la soglia del dolore può variare molto da persona a persona e, se non avete mai partorito (ma anche se lo avete già fatto, perché ogni parto è a sé) non potete sapere come reagirete. In definitiva,  sempre meglio prepararsi facendo la visita anestesiologica, in modo da non precludersi nessuna possibilità a priori.

Anche una volta in ospedale potrete attuare le stesse tecniche usate per i prodromi: caldo, movimento, musica…

Purtroppo il dolore fa parte del processo: è difficile da spiegare, ma se lo accetterete lo affronterete meglio. Una cosa che vi può aiutare è sapere che il dolore non sarà costante, ma arriverà a ondate, quindi una volta che arriva potrete concentrarvi su questo, affrontandolo in attesa che passi per poi rilassarvi nelle pause.

Purtroppo, anche qui, non posso dirvi quanto durerà. In media, al primo figlio, una volta entrate nel travaglio attivo (quindi già ad almeno 4 cm di dilatazione) ci si dilata di circa 1 cm all’ora fino ad arrivare a 10 cm, dopodiché ci vorranno circa 2 ore per concludere la fase espulsiva, quella in cui dovrai spingere. Ma si tratta, appunto, solo di una media, ci sono donne che a stento arrivano in clinica e altre che ci mettono molte più ore. Meglio non crearsi troppe aspettative e vivere semplicemente il momento così come ti si presenterà.

Paura del parto: cosa succede dopo?

All’avvicinarsi del momento del parto in realtà alcune donne più che del travaglio (o del parto) in sé hanno paura del dopo.

Se ancora non l’avete fatto, potete pensare di iscrivervi a un corso pre-parto: non solo imparerete cose nuove, ma soprattutto conoscerete altre future mamme con cui confrontarvi, sia prima che dopo la nascita.

In generale, suggerirei di focalizzarvi, anche in questo caso, sulle emozioni positive: finalmente conoscerete il vostro bambino e dovrete imparare a prendere familiarità l’uno con l’altro e trovare pian piano un nuovo equilibrio come famiglia. Se avete l’allattamento al seno dovrete dedicarvi molto anche a quello, oltre che a cercare di riprendere le forze.

Non vi dirò bugie: sarà stancante e ci saranno momenti difficili, ma saranno tanti anche i momenti magici e le emozioni, e vi assicuro che con un po’ di organizzazione riuscirete a fare tutto anche perché, e mi preme particolarmente ricordarvelo, non è necessario che facciate tutto da sole!
Imparate a delegare, imparate a chiedere aiuto e mettetevi in testa che le priorità sono cambiate: non è necessario che la casa sia perfetta o che voi siate sempre truccate e ben vestite. Va bene sentirsi stancheva bene sentirsi sopraffatteva benissimo chiedere aiuto.

Ricordate: per quanto ogni donna è una piccola Wonder Woman, nessuna di noi lo è, né lo deve essere!

Cosa succede dopo: la mia esperienza

Devo ammettere che ero parecchio preoccupata all’idea di diventare mamma. Non avevo idea di come avrei bilanciato lavoro, famiglia, fitness e vita sociale. Avevo così tante passioni, così tanti impegni e progetti… e temevo che avrei potuto avere difficoltà a riuscire a dedicarmi a tutto!

Ma fortunatamente ho capito che alla fine molto semplicemente le priorità, in modo del tutto naturale, diventano altre, e si arriva piano piano a un nuovo equilibrio.
Ho capito che posso essere una brava mamma anche se mi ritaglio del tempo per me stessa e mi dedico alle mie passioni e al mio lavoro. Ed è così per tutte le donne, quindi (e voglio che lo rileggiate almeno due volte): anche voi potete!

All’inizio avevo pensato che mantenere uno stile di vita sano dopo aver avuto un bambino sarebbe stato impossibile!
È stato facile? Non sempre. Ma è possibile, questo te lo posso garantire al 100%!
Vivere una vita sana richiede sempre pianificazione, un po’ di tempo extra, un po’ di flessibilità, e una mente aperta! Che voi siate mamme o no, rimanere in salute è una sfida. Ci vuole impegno. Ma per me ne vale la pena!

 

Se vi interessa sapere di più sull’argomento, continuate a seguire il mio blog e il mio profilo Instagram, dove ogni giorno affronto problematiche diverse, tutte inerenti a salute, benessere e universo femminile in generale!

1 Luglio 2022

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